martedì 1 maggio 2018

Aristotele

I SUOI SCRITTI.

La sua produzione scritta si divide in scritti esoterici che non erano altro che gli appunti di cui il filosofo si serviva per le sue lezioni e quelli essoterici che erano in forma di dialogo e che venivano destinati al pubblico (a tale scopo si serviva dei miti).
Le opere esoteriche mostrano un pensiero filosofico ben delineato e sistematico, essi si dividono in:
- Scritti di logica;
- Metafisica (insieme di libri scritti e composti in epoche diverse);
- Scritti di fisica, storia naturale, matematica e psicologia;
- Scritti di etica, politica, economia, poetica e retorica.
Gli scritti essoterici mostrano una dottrina filosofica che ha subito crisi e mutamenti (inizialmente Aristotele aderisce al pensiero platonico, per poi allontanarsene e modificarlo sostanzialmente), riprendono gli argomenti e talvolta i titoli degli scritti di Platone e i più importanti sono:
- Il protrettico che è un' esortazione alla filosofia
- Il dialogo sulla filosofia che segna il primo distacco di Aristotele dal platonismo in quanto vi si trova la critica alle idee platoniche.
IL DISTACCO DA PLATONE E L'ENCICLOPEDIA DEL SAPERE.
Differenze Platone-Aristotele.
1-Per Platone la finalità della conoscenza è di tipo politico e il filosofo esprime al meglio se stesso come reggitore dello Stato mentre per Aristotele lo scopo della filosofia è la conoscenza disinteressata del reale e il filosofo è nella sua più compiuta espressione come sapiente.
2-Platone guarda il mondo secondo un'ottica verticale e gerarchica mentre Aristotele nella maturità del suo pensiero concepisce la realtà in un'ottica tendenzialmente orizzontale e unitaria(Aristotele considera le scienze su un piano di pari dignità gnoseologica e ritiene che la filosofia, intesa come metafisica, si differenzi dalle altre scienze solo perchè essa si interroga sull'essere e sulla realtà in quanto tali. La filosofia diviene scienza I poiché studia la realtà in generale e si concentra sull'essere, oggetto comune a tutte le scienze)
3-Platone ha interesse per le scienze matematiche, ma non per le scienze empiriche e naturali, mentre Aristotele, manifesta limitate propensioni per la matematica e notevole passione per le scienze naturali.
Analogia tra Platone-Aristotele.
Le visioni globali del mondo presentano notevoli punti di contatto.
COME CLASSIFICA LE SCIENZE ARISTOTELE?

Aristotele divide le scienze in:
- teoretiche che hanno per oggetto il necessario (cioè ciò che non può essere diversamente da come è), utilizzano il metodo dimostrativo e il loro scopo è la conoscenza disinteressata della realtà (fisica, metafisica, matematica);
-Pratiche (l'etica e la politica) e poietiche (le arti belle e le tecniche) che hanno per oggetto il possibile (cioè ciò che può essere diverso da come è), il metodo è quello non dimostrativo e lo scopo è l'orientamento nell'agire.
IL CONCETTO DI METAFISICA

Aristotele chiama la metafisica Filosofia I, essa ha per oggetto non una realtà particolare, bensì la realtà in generale. Nella sua opera Aristotele da ben 4 definizioni di metafisica:
- La metafisica studia le cause e i principi primi;
- La metafisica studia l'essere in quanto essere;
- La metafisica studia la sostanza;
- La metafisica studia Dio e la sostanza immobile.
L'ESSERE ARISTOTELICO
Secondo Aristotele l'essere è polivoco cioè noi vi attribuiamo significati particolari diversi ai quali però riconosciamo un comune significato di fondo. I vari aspetti dell'essere sono:
- l'essere come accidente;
- L'essere come categorie;
- L'essere come vero;
- L'essere come atto e potenza.
Le categorie sono le caratteristiche fondamentali e strutturali dell'essere, cioè quelle determinazioni generalissime che ogni essere ha e non può fare a meno di avere. Di tutte le categorie quella più importante è la sostanza poiché tutte le altre, in qualche modo, la presuppongono poiché la sostanza costituisce il “soggetto” della frase al quale le altre categorie fanno riferimenti come predicati.
CHE COS'E' LA SOSTANZA?
La sostanza secondo Aristotele è l'essere dell'essere, ossia il suo significato fondamentale. Per sostanza Aristotele intende in primo luogo l'individuo concreto che funge da soggetto reale di proprietà e da soggetto logico di predicati.
Il tode ti (questo qui, l' individuo) è un ente autonomo che a differenza delle qualità che gli si riferiscono ha vita propria. L'essere viene inoltre considerato da Aristotele come sinolo (unione indissolubile) di forma (cioè la natura propria di una cosa es. l'umanità per gli uomini) e materia (cioè ciò di cui è fatta la cosa). La forma è l'elemento attivo e deteminante del sinolo. La sostanza è l'essenza necessaria di una cosa, la struttura fissa e immutabile che la definisce e l'organizza. La sostanza è caratterizzata dall' accidente (che esprime una caratteristica casuale o fortuita della sostanza) e dall' accidente “per sè” (che rientra nell'ambito del sapere).
La sostanza può essere intesa anche come l'equivalente ontologico del principio logico di non contraddizione che esprime l'impossibilità logica di affermare e allo stesso tempo negare un medesimo predicato intorno ad un medesimo soggetto nonché dell'impossibilità ontologica che un determinato essere sia e insieme non sia quello che è. Aristotele definisce il principio di non contraddizione come il principio più saldo di tutti poiché anche quando lo si nega in un certo senso lo si afferma.
LA DOTTRINA DELLE 4 CAUSE
Aristotele crede che a determinare il perchè di una cosa concorrono 4 tipi di cause che sono tutte specificazioni o articolazioni della sostanza, che è la vera causa dell'essere, esse sono:
- la causa materiale che è la materia;
- La causa formale che prende in considerazione la forma;
- La causa efficiente che è ciò che da inizio al mutamento o alla quiete, ossia che origina qualcosa;
- La causa finale è lo scopo al quale una cosa tende.
LA DOTTRINA DEL DIVENIRE
La dottrina delle quattro cause è connessa al problema del divenire, che il divenire esista è un fatto ma come il divenire debba essere pensato è un problema. Aristotele è convinto che il divenire non implichi un passaggio da essere a non essere (come nelle filosofie precedenti) bensì un passaggio da un certo tipo di essere a un certo altro tipo di essere e, a partire da questa convinzione distingue 4 tipi di movimento o divenire:
- Il movimento locale, che consiste nello spostamento di un corpo da un posto ad un altro;
- Il movimento qualitativo quando cambia una caratteristica accidentale;
- Il movimento quantitativo che consiste in un accrescimento o in una diminuzione;
- Il movimento sostanziale che Aristotele specifica come generazione e corruzione vale a dire come la nascita e la morte. I primi 3 tipi avvengono in una sostanza che resta immutata mentre il quarto tipo riguarda precisamente la sostanza.
POTENZA E ATTO
Per potenza si intende la possibilità da parte della materia di assumere una determinata forma mentre per atto si intende la realizzazione di tale capacità. Il punto di partenza del divenire è dunque la potenza che si trova però in una situazione inferiorità gnoseologica, cronologica e ontologica nei confronti dell'atto in quanto esso costituisce la causa il senso e il fine della potenza.
LA MATERIA PRIMA E LA FORMA PURA
Una stessa cosa può essere considerata sia materia sia forma a seconda del punto di vista da cui la si osserva. Questa catena, secondo Aristotele, presuppone due termini estremi. Da un lato una materia pura, o, come dice Aristotele, una materia prima che sia pura potenza, assolutamente priva di determinazioni. La materia prima aristotelica corrisponde alla materia-madre di cui aveva già parlato Platone nel Timeo. Essa però è puramente teorica dato che ciò che esiste nel mondo è sempre materia formata. Dall'altro lato ci deve essere anche un atto puro cioè una perfezione completamente realizzata e che rappresenta la sostanza immobile e divina.
LA CONCEZIONE ARISTOTELICA DI DIO

Aristotele afferma che tutto ciò che è in moto è necessariamente mosso da altro, ma siccome non è possibile risalire all'infinito deve esserci per forza un principio “primo” e “immobile” causa iniziale di ogni movimento possibile e che Aristotele identifica con Dio (primo motore immobile).
Aristotele durante la fase giovanile considera il motore immobile come teologia mentre nella fase matura come ontologia.
Dio è Atto puro, Sostanza incorporea, Essere eterno e Causa finale del mondo. Esso muove come causa finale cioè esercita una forza calamitante sul mondo comunicando ad esso movimento poiché viene visto come l'oggetto d'amore verso il quale l'universo si spinge. A Dio secondo Aristotele appartiene l'intelligenza che conferisce a Dio la consapevolezza di conoscere già tutto e, per questa ragione, secondo Aristotele la vita divina è la più felice fra tutte. Aristotele possiede tendenzialmente un pensiero politeista poiché crede nell'esistenza di un Dio per ognuna delle 47 o 55 sfere celesti.
LA LOGICA E I CONCETTI DI GENERE E SPECIE
Secondo Aristotele la logica è un metodo di ragionamento. Rispetto al genere la specie ha maggior numero di caratteristiche e un minor numero di individui viceversa rispetto alla specie il genere è un concetto che include un minor numero di caratteristiche ma un maggior numero di individui. La specie infima o sostanza prima è una specie che sotto di sé non ha altre speci e che ontologicamente non può mai essere usata come predicato di un soggetto diversamente dalle sostanze seconde che sono invece le speci e i generi entro cui rientrano logicamente le sostanze prime. Al contrario esistono i generi sommi che corrispondono alle 10 categorie e che possono essere definiti come i modi generalissimi in cui l'essere si predica delle cose nelle proposizioni.

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Aristotele

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